Per il calendario 2022, distribuito gratuitamente, il Secolo XIX ha scelto le foto di Fondazione Ansaldo per raccontare la Genova del Novecento.

Piaza De Ferrari Genova anni 10 del Novecento

Piaza De Ferrari, Genova anni ‘10 del Novecento

Il calendario è stato presentato sul gionale il 21 dicembre 2021 con l’articolo di Giuliano Galletta e sarà distribuito in omaggio domaini in edicola insieme al quotidiano.

Quando si sfoglia un album di famiglia, con le foto di nonni, bisnonni, cugini eccentrici e ante­nati avventurosi, si no­tano le differenze - vesti­ti e pettinature antiqua­te, sguardi attoniti o sussiegosi - ma si cercano anche quelle somiglian­ze che il gioco della ge­netica ripropone con ca­suali salti generaziona­li. Ogni foto porta poi con sé un ricordo, una storia, un capitolo del romanzo fami­liare, contribuendo a riscriver­lo in continuazione. Non cre­do che i meccanismi del­la memoria funzionino in modo molto diverso quando l'album riguar­da una città, in questo caso Genova. Le 12 foto, provenienti dagli ar­chivi della Fondazione Ansaldo, raccolte nel ca­lendario 2022, che Il Secolo XIX dona ai suoi let­tori, rappresentano un frammento della lunga storia della nostra città, dagli albori del Nove­cento agli anni Trenta, riescono a mettere in moto una macchina della me moria, al tempo stesso individuale e collettiva. Strade, piazze, treni, radi passanti (tutti rigorosamente con il cap­pello in testa) e cantieri navali sono lì, contem­poraneamente vicini e lontanissimi, reperti storici capaci, però, di interrogarci anche sul nostro presente. Ro­land Barthes nel suo ca­polavoro dedicato alla fotografia, “La camera chiara”, racconta co­me, riordinando vec­chie immagini, dopo la morte della madre, scopre una sua foto all'età di cinque anni: «Osser­vai la bambina e finalmente ri­trovai mia madre. La luminosità del suo viso, la posizione in­genua delle sue mani... tutto ciò aveva trasformato la posa fotografica in quel paradosso insostenibile che lei aveva so­stenuto per tutta la vita: l’affer­mazione di una dolcezza». An­che una città è un organismo vivente e forse anche il suo se­greto può essere scoperto, con un po' di attenzione e di sensi­bilità, in una semplice inqua­dratura. Come ha scritto Italo Calvino: «La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto ne­gli spigoli delle vie, nelle gri­glie delle finestre, negli scorri­mano delle scale, nelle anten­ne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmen­to rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgo­le». La foto del Rex (quello im­mortalato in Amarcord di Fellini come immagine a metà stra­da tra (onirico e il tecnologi­co) riprende il transatlantico nel 1931, poco prima del va­ro, con le facciate dei palazzi che si riflettono sullo scafo, è forse una delle più cariche di un significato storico ma an­che di un collegamento con il presente.

 Piaza De Ferrari Genova anni 10 del Novecento

Il Rex pronto per il varo, Cantiri NavaliAnsaldo di Sestro Ponente, Genova 1931

Il passato industria­le e operaio si riflette, si con­fronta, forse si scontra, con la vita della città, in un corto cir­cuito di straordinaria attuali­tà. La foto dello scomparso Vi­co dritto Ponticello (1908) ci rammenta la stagione degli sventramenti, ini­ziata negli anni Trenta e proseguita fino ai Ses­santa, dove mito del progresso e speculazio­ne si mescolarono peri­colosamente. Piazza De Ferrari, dove nel secondo Novecento si svolgeranno le grandi manifestazioni popola­ri e democratiche, è fo­tografata nel 1912, sen­za fontana (installata nel 1936) e con il palaz­zo del Credito italiano ancora in costruzione. Via XX Settembre con la chiesa di Santo Ste­fano, così come piazza Mat­teotti nel 1908 (all'epoca piaz­za Umberto), a parte l'assenza di auto (che, ovviamente, non è po­co), non sono poi così cambiate. Piazza del Carmine, nel 1908, sen­za il mercato appare molto più grande. La fo­to di Boccadasse 1908, prima del turismo di massa e del diluvio uni­versale dei selfie, ci fa capire in cosa consistes­se il fascino “selvaggio” del borgo marinaro che tanto affascinò gli intel­lettuali di tutta Europa duran­te il loro Grand Tour. I cantieri dell'Allestimento Navi nel porto antico, fotografati nel 1920, fanno davvero riaffiora­re un ricordo personale perché è proprio lì che in quegli anni lavorava mio nonno Giuseppe. Sembra appartenere, in­vece, a un altro mondo la foto del treno che at­traversa piazza Carica­mento nel 1910. Il “bel­lo e orribile mostro” di carducciana memoria, simbolo assoluto della modernità (e dell'anar­chia, Gucdni docet), tra­figge il cuore della città e la trasforma definitivamente, trascinandola, volente o nolente, in un futuro che è il nostro passato.

 Piazza Caricamento Genova anni 10 del Novecento

Piazza Caricamento, Genova anni ‘10 del Novecento

Dagli Archivi Ansaldo quarantamila immagini

Le foto del calendario 2022 del Secolo XIX sono tratte dagli ar­chivi della Fondazione Ansaldo e fanno parte di un patrimo­nio di quarantamila immagini digitalizzate e liberamente consultabili sul sito archi­vio.fondazioneansaldo.it. Con il progetto "Archimondi” la Fondazione Ansaldo ha volu­to aprire le porte degli archivi storici e renderle accessibile in ogni momento e da ogni luogo.

Sono già consultabili online sei archivi storici che offrono una panoramica su tutte le atti­vità imprenditoriali, industria­li e culturali del Paese dalla fi­ne del Settecento fino agli anni ’70 del Novecento. Questi si ag­giungono alle quarantamila fotografie digitalizzate dal 2015 al 2021.

Gli archivi e le foto digitaliz­zate, offrono molteplici spunti di approfondimento su temi co­me le strategie imprenditoriali e le produzioni manifatturie­re, il movimento operaio e lo sviluppo del welfare azienda­le, le trasformazioni del pae­saggio urbano, la storia della navigazione, il ruolo della don­na nella società novecentesca, l’arte in fabbrica, il giornali­smo italiano nonché i più im­portanti protagonisti dello sce­nario intellettuale del Nove­cento. Nello specifico, sono già stati digitalizzati: l’Archivio Flavia Steno e l’Archivio Gio­vanni Battista Ansaldo; le rivi­ste “Civiltà delle Macchine”, “L’Ansaldino”, “Comigliano” e “Rivista Italsider”.

In edicola domani insieme al quotidiano

Immagini spettacolari. Per cer­ti versi malinconiche e strug­genti, perché raccontano una Genova che non c'è più. Per al­tri versi cariche d'orgoglio, per­ché dimostrano la grandezza delle città. Il calendario del 2022 sarà speciale per i geno­vesi. Che domani in edicola, in­sieme al Secolo XIX, troveran­no fotografie meravigliose trat­te dagli archivi della Fondazione Ansaldo.

Pescatori che riparano le reti sulla spiaggia, il transatlantico Rex pronto al varo a Sestri Po­nente, un tram in via Corsica in­nevata, il lungomare di Nervi, il porto. Foto che da una parte in­dicano quanto la città sia cam­biata, e dall'altra quanto certi scorci e persino certe abitudini degli abitanti siano simili. Il ca­lendario è la strenna del Secolo XIX in regalo per i lettori. Storia, cultura e arte da una parte, in­formazione di qualità dall'al­tra.