Domenica 2 luglio si terrà presso la Lega Navale di Genova Sestri la presentazione di un libro sull'Andrea Doria.

 

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Il libro

Poco dopo le 23:00 del 25 luglio 1956, a 190 miglia da New York, nelle acque di Nantucket, in mezzo all’Oceano Atlantico, due navi passeggeri si scontrarono nella nebbia: la svedese Stockholm e l’italiana Andrea Doria, che affondò 11 ore dopo, mentre la Stockholm, pur rimasta senza la prua, poté rientrare a New York con i propri mezzi. Le vittime furono 52, 46 sull’Andrea Doria e 6 sulla Stockholm, tutte tranne tre uccise in conseguenza diretta dell’urto: una bambina di quattro anni e una donna di quarantotto morirono in seguito a due disgraziati incidenti durante le operazioni di salvataggio e un terzo passeggero morì d’infarto nelle ore successive al salvataggio. Fu una tragedia nella tragedia, perché tutte le altre persone a bordo delle due navi uscirono sane e salve dal disastro, e l’operazione di salvataggio che portò al recupero delle 1.660 persone, passeggeri ed equipaggio, dell’Andrea Doria è ricordata come la più importante e meglio riuscita nella storia della marineria.
Le polemiche scoppiarono sin dall’arrivo in porto, scaglionato, delle sei navi soccorritrici: quattro americane, una francese e la stessa Stockholm, quando alcuni naufraghi accusarono l’equipaggio italiano di codardia, le due compagnie si accusarono reciprocamente di aver provocato il disastro e i giornali americani accusarono gli europei di non avere abbastanza a cuore la sicurezza dei loro concittadini imbarcati sulle navi passeggeri in servizio di linea. Poi ci furono le commissioni d’inchiesta: quella americana, istituita per prima, indi quella svedese e, infine, quella italiana. E le udienze preliminari davanti alla corte distrettuale di New York, ove la compagnia armatrice svedese aveva denunciato quella italiana, che subito presentò analoga contro-denuncia, per cercare di ricostruire la dinamica dell’accaduto e attribuire le responsabilità.
Alla fine, però, tutto si risolse in un nulla di fatto. Le due compagnie trovarono un accordo extra-giudiziale favorito dalle assicurazioni, che ripagarono prontamente i danni alle navi, agli equipaggi e ai passeggeri, questi ultimi in misura enormemente inferiore al richiesto: circa 6 milioni di dollari contro un totale di richieste di 116 milioni. Per le compagnie armatrici, ovviamente, andò bene così, ma l’opinione pubblica rimase enormemente scossa dall’accaduto, grazie all’eccezionale copertura giornalistica che i moderni mezzi d’informazione avevano dato all’avvenimento nel suo complesso.
I due autori, uno storico navale e un ingegnere elettronico, svelano quello che, da sessant’anni, continua a essere chiamato il “mistero” dell’Andrea Doria, perché, in fondo, non c’è alcun mistero, tutto è noto, da anni, con sufficiente precisione: alcune cose sono state verificate, su altre il velo di riservatezza steso dalle compagnie armatrici non è mai stato sollevato ufficialmente, ma, come recita uno dei più famosi aforismi di Giulio Andreotti, “A pensar male degli altri si fa peccato, ma difficilmente si sbaglia”.
 

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Gli autori

Aldo Caterino, 51 anni, genovese, si è laureato in Storia Moderna all’Università di Genova e iniziato a lavorare presso il Museo Navale di Genova. Storico della navigazione, si è occupato in particolare della Regia Marina, del Cantiere Navale di Sestri Ponente e della Società Italia di Navigazione.

Vincenzo Landi, 58 anni, milanese, si è laureato in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Milano, ed è anche bibliotecario e pubblicista; da sempre appassionato di storia, con un interesse particolare per l’evoluzione della radio e degli strumenti da essa derivati, e per le vicende della marineria italiana.