29 settembre
Brevetti, marchi e nomi a dominio
di Antonella Masella
di Antonella Masella
Da oggi on-line solo sul sito di Fondazione Ansaldo, nella sezione Studi e Ricerche, è disponibile il saggio scritto da Antonella Masella, per diversi anni Intellectual Property Manager di Ansaldo Energia, dedicato ai brevetti industriali, marchi e nomi a dominio.
L’importanza storica dei brevetti risiede principalmente nell’essere uno specchio dei processi innovativi, delle tensioni culturali, ma anche dello stesso contesto sociale che li ha visti nascere.
I brevetti, scaduti e non, sono onnipresenti nella vita quotidiana di tutti e riguardano prodotti come quelli relativi all’illuminazione elettrica (Brevetti di Edison e Swan), alle materie plastiche (Brevetto di Baekeland), alle penne a sfera (Brevetti di Biro), al velcro (Brevetto di Mestral) e ai microprocessori (Brevetti della Intel) e tanti altri.
Il brevetto è uno strumento finalizzato a proteggere il patrimonio tecnologico di un’impresa, in quanto consente di proteggere le innovazioni, offrendo al titolare un monopolio per un certo numero di anni: infatti, un’impresa, per essere competitiva sul mercato, deve rinnovarsi continuamente e il brevetto è una protezione che la legge fornisce al fine di compensare le spese della ricerca effettuata e di trarne profitto, consentendo al titolare del brevetto di esercitare un diritto di esclusiva valido per un certo periodo di tempo ed in determinati territori.
La storia dei brevetti in Italia è complessa e vanta origini antiche: In base ad un documento del III secolo a.C., redatto dallo storico Filarco e conservato presso la biblioteca Marciana di Venezia, il primo brevetto della storia risale all’antica Grecia e, più precisamente, alla città di Sibari, dove le nuove invenzioni erano incoraggiate e dove, nel VII a.C., fu emanata una legge, la quale riconobbe ad un cuoco il diritto di monopolio per un anno per cucinare una pietanza.
Il primo brevetto italiano fu concesso nel 1421, quando Filippo Brunelleschi ricevette il brevetto per tre anni per l’invenzione di una chiatta, chiamata Badalone, fornita di mezzi di sollevamento, che consentiva di trasportare marmo lungo il fiume Arno per la costruzione del duomo di Firenze.
Il primo brevetto dell’età moderna è considerato quello concesso, nel 1449 in Inghilterra da re Enrico VI, con una licenza di vent’anni, a John von Utynam per l’invenzione di un nuovo metodo di fabbricazione del vetro colorato.
La prima legislazione del mondo sul brevetto fu emanata dalla Repubblica di Venezia, che il 19 marzo 1474 creò lo “Statuto del brevetto” ed è conservata all’Archivio di Stato di Venezia.
L’istituto legislativo della protezione brevettuale ha assunto l’importanza odierna solo a partire dal XIX secolo.
Nel 1852 fu istituito in Inghilterra il primo Ufficio Brevetti e il 20 marzo 1883 fu firmata a Parigi la Convenzione di unione di Parigi per la protezione della proprietà industriale.
In Italia, la legge più vecchia riguardante i brevetti fu istituita nel 1859; quest’ultima fu influenzata dalla legge francese del 1844 e fu successivamente modificata dal R.D. del 1934 e, in particolare, dal R.D. del 1939 “Testo delle disposizioni legislative in materia di brevetti per invenzione industriale” e successive modifiche. Il 19 marzo 2005 è entrato in vigore il nuovo Codice della Proprietà Industriale, che è stato successivamente integrato con le modifiche apportate dal D. Lgs. Del 13 agosto 2010, n. 131.
I brevetti sono l’unità di misura con la quale è possibile valutare, quantitativamente e qualitativamente, la capacità di innovare di una società. L’Ansaldo, fin dalle sue lontane origini come Gio. Ansaldo & C., ha dimostrato una grande capacità d’innovazione che continua anche in anni recenti stando alle statistiche e ai dati rilasciati dall’Ufficio Brevetti Europeo (EPO) che vedono l’attuale Ansaldo Energia nella top 10 delle aziende più innovative in Italia.
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