17 giugno
La stagione del Teatro Nazionale di Genova 22-23
di Michela Ciarapica
di Michela Ciarapica
Teatro: dal latino theatrum che a sua volta trova origine dalla parola greca ϑέατρον che indica l’edificio in cui si guarda, si è spettatori – derivante dal tema greco ϑεάομαι (guardare, essere spettatore).
Nel nome stesso di questo luogo vi è un’intrinseca dualità che va ad unire gli attori, intesi come coloro che prendono parte attiva a una vicenda, come un’assemblea, un’orazione, una commedia o un dramma, agli spettatori, ossia coloro che osservano ciò che sta accadendo al centro della scena.
Senza l’unione delle due parti il teatro non può essere.
L’immenso lavoro del Teatro Nazionale di Genova dunque non significa solo portare in scena spettacoli, in un’armoniosa alternanza di drammaturgia contemporanea, grandi classici, drammi e commedie, ma consiste nel portare anche il pubblico in sala… o sotto le stelle, come sta accadendo in questi giorni nel parco dell’Acquasola di Genova.
Genova per noi…
Da queste tre parole, diventate famosissime grazie alla canzone di Paolo Conte, parte il racconto di quella che sarà la stagione del Teatro Nazionale di Genova 2022 – 2023.
Un ricco programma fatto da 71 spettacoli, di cui 17 produzioni interne e 6 facenti parti di uno speciale progetto produttivo che si terrà a maggio 2023, porterà sui palchi genovesi una serie di artiste e artisti, talenti emergenti e acclamati protagonisti della scena come Milo Rau, Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Claudio Bisio, Remo Girone, Laura Curino, Emma Dante, Pippo Delbono, Valerio Binasco, Giorgina Pi, Tullio Solenghi, Andrée Ruth Shammah, Linda Gennari, Paolo Fresu, Milvia Marigliano, Fabrizio Gifuni, Sax Nicosia, Concita De Gregorio, solo per fare qualche nome. E una molteplicità di voci che vanno da Eschilo a David Foster Wallace, da Shakespeare a Stefano Massini, da Dacia Maraini a Kae Tempest, da Pirandello a Marius von Mayenburg, da Friedrich Schiller a Melania Mazzucco.
In questa rassegna fittissima, che prevede sui cartelloni titoli quali Maria Stuarda, Lady Macbeth, Agamennone, Thom Pain, Lady Grey, Lemnos, Il cacciatore di nazisti, Cyrano de Bergerac, Sei personaggi in cerca di autore, I maneggi per maritare una figlia, Così è (se vi pare), il mercante di Venezia, Otello, La tempesta, Sogno di una notte di mezza estate, Riccardo III e una corposa tranche della XVIII edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile, troviamo anche I mille del ponte tratto dall’omonimo libro pubblicato da Fondazione Ansaldo nel luglio 2020.
Durante la presentazione della nuova stagione sul palco ci sono i ragazzi della Scuola di Recitazione Mariangela Melato del Teatro Nazionale di Genova, in un turbinio di colori sui toni dell’arancione. La loro presenza è significativa dell’impegno che il Teatro porta avanti da sempre nella formazione di giovani talenti, “svolgendo così anche una funzione pubblica, contribuendo attivamente al miglioramento della qualità della vita della città e dei suoi cittadini. Il valore di un Teatro è nel suo essere un bene comune che, attraverso la pratica della bellezza, rende più vivibile un territorio” – Davide Livermore, Direttore del Teatro.
“La Scuola garantisce un adeguato processo di crescita e consapevolezza. L’offerta formativa, destinata ad aprirsi sempre più al contesto internazionale, è la base per la crescita futura del Teatro, a Genova come in tutta Italia. Solo una formazione attorale qualificata, articolata, selettiva può garantire un livello artistico alto e adeguato, capace di favorire altresì la preparazione e il livello di ricezione del pubblico. Dalla Scuola può nascere il nucleo interpretativo capace di garantire il confronto con il Repertorio, in allestimenti che restano sistematicamente in cartellone e nella disponibilità del Teatro di Genova.”
E nella Scuola del Teatro Nazionale di Genova si sono formati Marco Taddei e Aleph Viola, rispettivamente autore e regista dello spettacolo Via della Maddalena, in scena in questi giorni al Parco dell’Acquasola.
Sul palco Elsa Bossi, Sebastiano Bronzato, Federico Gatti, Paolo Li Volsi, Aldo Ottobrino, Deniz Özdoğan, Carolina Rapillo, Roberto Serpi, Marco Taddei e Irene Villa danno voce agli abitanti della caratteristica via del centro storico di Genova, raccontando quella che è la vita di tutti i giorni, tra difficoltà e desiderio di “emergere”, rassegnazione e sostegno, egoismo e amore.
Le vite dei personaggi affiorano attraverso la storia di un farmacista che, dopo la morte della moglie, si trasferisce nella via della sua infanzia assieme alla figlia adolescente. Una Genova multiculturale, microcosmo di storie e passioni, rappresentata con un particolare gioco scenico: due videocamere e una parete trasparente mostrano da diverse angolazioni i personaggi che si muovono su un palcoscenico “ponte”, situato in mezzo al pubblico che va ad abbracciare e racchiudere i personaggi, così come gli edifici circondano e proteggono gli stretti vicoli di Genova. Ecco che qui ritorna il dualismo attore-spettatore, l’unione di due opposti che dà vita a storie infinite.
Fondazione Ansaldo
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