29 giugno
Astrologia e digitale
di Matteo Trotta
di Matteo Trotta
È oramai ragionevole affermare che siamo diventati una società digitale, informatizzata. Digitale sotto ogni aspetto, dalla vita pubblica a quella privata, passando per l’ambito lavorativo ed il tempo libero. Una digitalizzazione che è andata consolidandosi a partire dalla fine del secolo scorso, con l’avvento dei primi dispositivi elettronici che hanno permesso di collegarci ad ogni persona, in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi momento, soltanto con un semplice click.
Questo grande fenomeno, frutto dell’innovazione dell’instancabile homo faber nonché accelerato anche dalla globalizzazione, si è fatto sempre più strada con crescente prepotenza, entrando in tutti gli aspetti del quotidiano di ogni singolo individuo. Nonostante tutto questo grande sviluppo, in così poco tempo, le persone non si sono disfatte completamente di alcune tradizioni, credenze e pratiche ormai sfatate e superate da circa trecento anni: l’oroscopo, lo studio degli astri e la predizione del futuro.
Figura 6 Frontespizio dell'Astrologia convinta di falso di Geminiano Montanari, edita a Venezia nel 1685.
Già dalla metà del XVII secolo, con i primi studi ed elaborati scritti di Galileo Galilei, sappiamo essere iniziato quel gran processo che porterà alla Rivoluzione scientifica settecentesca e al metodo sperimentale.
Questa rivoluzione porterà ad un grande fiorire di temi e teorie, specialmente durante il corso del XVIII secolo quando si sviluppò l’Illuminismo. Una corrente di pensiero che abbracciava diversi intellettuali di tutta Europa, i quali iniziarono a riunirsi e a discutere di grandi tematiche scientifiche, filosofiche, politiche ed economiche, che dovevano in qualche modo scandire la nuova società moderna a discapito dei vecchi schemi imposti sino a quel momento dalle classi dirigenti e dall’élite.
Di conseguenza, ricollegandoci al tema astrologico, anch’esso sarà sfatato da molti studiosi a favore di una nuova astronomia matematica, attentissima ai dati di carattere osservativo ed in linea con il nuovo modello eliocentrico. Un’astronomia nuova, giustificata scientificamente, fondata sull’emergenti teorie degli studiosi.
Sebbene la società abbia superato queste credenze, di fatto senza alcuna base scientifica, non rinuncia alla consultazione degli oroscopi on-line o sui diversi periodici, fino a calcolare l’affinità con l’anima gemella sui diversi social.
La digitalizzazione ha aiutato le masse ad essere aggiornate sugli eventi mondiali, aumentando l’informazione, le interazioni e il grado di libertà di pensiero e parola delle persone. Riducendo, però, la capacità orale degli individui, che si esprimono principalmente seguendo un altro tipo di linguaggio prevalentemente scritto e più semplificato.
Questo linguaggio, altamente smart, riduttivo e legato completamente alla comunicazione informatica, risulta più diretto ed accessibile a tutti ma annulla radicalmente il valore delle parole che possono comporre un determinato pensiero o una credenza.
La digitalizzazione non ha potuto disfarsi completamente delle credenze e delle tradizioni sopracitate, poiché le persone sono ancora molto legate ed interessante a questa piccola faccia di occulto e allo studio degli astri. Tutto questo perché il mondo digitale è un mondo trainato e fondato sul numero di “mi piace”, inglesizzati in like, e dalle visualizzazioni. Vi è un vero mercato economico alle spalle di tutte queste pagine che forniscono questi servizi alle diverse persone.
La libertà di parola è forse il fine più utile ed elevato di questa grande digitalizzazione, che forse un po' ci sta soffocando, ma che ormai è diventata basilare per la maggior parte degli aspetti della quotidianità.
Siamo in un’epoca dove alle parole non viene attribuito il giusto significato e il giusto peso; tutto viene barbaramente abbreviato, tradotto e semplificato. Questo perché?
Perché la società sta correndo, vuole raggiungere i diversi obiettivi in poco tempo e con il dispendio minimo di ricchezza ed energie.
Una società futuristica, sviluppata, composta da individui che sanno collegarsi ad ogni piattaforma digitale e utilizzare qualsiasi software o social, ma che magari non sa scrivere le lettere maiuscole in corsivo.
Civiltà delle Macchine, n. 5, 1953, Seconda di copertina: "Viaggi interplanetari" di Riccardo Manzi
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