16 agosto
Il Nastro Azzurro e la nascita di un mito
Oggi vogliamo ricordare questa impresa ripercorrendo insieme a voi il viaggio della vittoria.
Oggi vogliamo ricordare questa impresa ripercorrendo insieme a voi il viaggio della vittoria.
16 agosto 1933, esattamente 90 anni fa, alle 4.40 del mattino il Rex raggiungeva il Faro di Ambrose e conquistava il Nastro Azzurro per l’Italia.
La competizione, iniziata nel 1863 e conclusasi nel 1952, consisteva nel compiere, nel minor tempo possibile, la tratta oceanica che portava da Gibilterra a New York. Il Rex fu l’unica nave italiana a battere il record precedente, con un tempo di traversata di 4 giorni, 13 ore e 58 minuti e con una velocità media di 28,92 nodi.
Oggi vogliamo ricordare questa impresa ripercorrendo insieme a voi il viaggio della vittoria.
Consegna del Trofeo Hales al Comandante Francesco Tarabotto per la vittoria del Nastro Azzurro
Era il 9 agosto 1933 quando il Comandante Francesco Tarabotto giunse a bordo del Rex ancorato nel porto di Genova. Il giorno successivo sarebbe cominciata la dodicesima traversata dell’Atlantico verso New York, ma non sarebbe stato un viaggio come tutti gli altri.
Appena imbarcatosi, Tarabotto convocò il Comandante in seconda e il Direttore di macchina esprimendo solo a loro la sua volontà di tentare la vittoria del Nastro Azzurro. Assieme visitarono i locali delle macchine per un’ulteriore verifica della loro efficienza, già sapendo che con ogni probabilità avrebbero dovuto lanciarle alla massima potenza. Sulla nave, infatti, vennero imbarcati segretamente 250.000 litri di nafta in più del solito per consentire una velocità di navigazione più elevata della media. Il tentativo della conquista del Nastro Azzurro fu mantenuto segreto, forse anche per scaramanzia. Solo pochi mesi prima, nel maggio 1933, il Conte di Savoia aveva fallito l’impresa a causa del mare agitato.
Durante il secondo giorno di navigazione il Rex raggiunse Gibilterra, dove fece scalo per lo scarico dei sacchi postali e l’imbarco dei passeggeri provenienti dalla Spagna. Il tempo fino a quel momento era stato sereno e la nave aveva mantenuto una buona velocità. La competizione per il Nastro Azzurro non era però ancora davvero cominciata, poiché per regolamento questa riguardava esclusivamente le miglia percorse nell’Oceano Atlantico, dallo Stretto di Gibilterra, al doppiaggio della nave faro di Ambrose, fino ad arrivare alla foce del fiume Hudson del porto di New York.
A Gibilterra la decisione fu presa definitivamente, i cronometri partirono, il Rex si lanciò nella sua rotta atlantica, al massimo della velocità per tentare il record. Il Comandante aveva tracciato una rotta più a nord del normale tragitto per abbreviare le distanze. Tra i passeggeri iniziarono a diffondersi le prime perplessità e preoccupazioni sul perché la nave mantenesse una velocità così elevata. Tra il terzo e il quarto giorno di navigazione il mare divenne agitato, ma il Comandante mantenne l’andatura. La nave subì movimenti di rollio e beccheggio, molti passeggeri si sentirono male e si preoccuparono ancora di più, anche per il fatto che il comandante non si fosse mai presentato alle cene. Dunque, alcuni ufficiali annunciarono che il Rex stava tentando il record del Nastro Azzurro, in risposta molti passeggeri iniziarono a tifare per la competizione. Ogni giorno venne esposta una tabella con le miglia percorse e la velocità raggiunta, ma il mare era sempre più agitato e la Sala macchine sempre più sottopressione.
Durante l’ultimo giorno di navigazione la media mantenuta fu buona, il mare si calmò ma sorse una fitta nebbia. A quel tempo le navi non erano dotate di radar e Tarabotto si trovò di fronte a un’importante decisione: rallentare per evitare possibili collisioni con altre imbarcazioni e dire addio al Nastro Azzurro o proseguire.
Tutti aspettarono i suoi ordini. Dopo un’attenta riflessione comunicò alla Sala macchine: “Avanti a tutta forza”. Fece azionare i segnali sonori ogni pochi minuti per indicare la presenza della nave e chiese al marconista di bordo di trasmettere incessantemente il seguente messaggio: “Qui S/S Rex. A tutte le unità in ascolto. Posizione 41°51’ Long West, direzione Ambrose. Attenzione, attenzione: stiamo arrivando a 30 nodi, ripeto 30 nodi”.
Alle 4.40 del mattino del 16 agosto, con 27 ore e 20 minuti di anticipo, il Rex sorpassò la nave faro di Ambrose, si fermarono i cronometri e si constatò il trionfo!
Il Rex a New York
Il Rex aveva percorso 3.181 miglia da Gibilterra ad Ambrose in 4 giorni, 13 ore e 58 minuti alla velocità media di 28,92 nodi. L’accoglienza riservata al Rex nel porto di New York fu emozionante, il grande transatlantico viaggiava a 10 nodi lungo l’Hudson per raggiungere il molo della Società Italia, salutato da tutte le navi e i battelli che incontrava lungo il percorso.
Il comandante Tarabotto descrisse così l’impresa: “Nei mesi passati c’eravamo preparati al tentativo, senza lasciar trapelare nulla. Si erano perfezionati gli apparati motori della nave, studiati i miglioramenti e gli adattamenti più idonei. Assieme al comandante in seconda e con il direttore di macchina e il capo macchinista e con il costruttore delle macchine, si era lavorato assiduamente e si era specialmente curato l’addestramento del personale di macchina e di coperta. Il ministro Ciano sorvegliava direttamente la nostra opera e voleva essere tenuto al corrente giorno per giorno […] abbiamo avuto un viaggio con buona visibilità ma 12 ore di cattivo tempo e forte nebbia, che preoccupò gli ufficiali e l’equipaggio. Furono momenti di ansietà per tutti quelli che erano di guardia e fu come essere in paradiso quando arrivammo alla nave faro di Ambrose, con mare calmo e tempo limpido […]”.
Pranzo celebrativo per la vittoria del Nastro Azzurro
Il Rex
1 agosto 1931: è in questo giorno, nei Cantieri Navali Ansaldo di Sestri Ponente, che ha inizio la breve, ma leggendaria, storia di un mito. Si tratta del più grande transatlantico mai costruito in Italia: 51.060 tonnellate di stazza lorda per una lunghezza di 268 metri, una larghezza di 30 metri e un’altezza 37 metri, con 4 eliche e 4 motori capaci di una potenza di 140.000 cavalli.
Il Rex nel 1933 diviene il sogno azzurro, ancora oggi sinonimo di orgoglio italiano presente nella memoria collettiva, che continua a tramandarsi di generazione in generazione.
Come accaduto a tanti eroi leggendari, l’8 settembre 1944, il Rex terminò ancora giovane la propria vita, affondato, senza potersi difendere, dagli aerei della Royal Air Force nella solitudine e nel silenzio della baia di Capodistria, opposta geograficamente a quella dove era nato.
Fondazione Ansaldo nel 2021, per celebrare i 90° dal varo, ha voluto e curato il libro “REX, il sogno azzurro – the blue riband”, scritto da Flavio Testi e stampato e distribuito da Erga Edizioni. Il volume, in italiano e inglese, ripercorre la vita di questo mitico transatlantico con inediti storici, storie di vita di bordo, aneddoti, curiosità, dati tecnici, accompagnati da un ricco repertorio di circa 200 immagini, provenienti principalmente dalla Fototeca di Fondazione Ansaldo, cui si aggiungono filmati storici della Cineteca della Fondazione accessibili tramite appositi QR Code inseriti all’interno dei 6 capitoli del volume, in vendita presso il circuito delle librerie su tutto il territorio nazionale al prezzo di 25 euro e sulle principali piattaforme on-line.
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